Storia di un maestro pugliese del ‘900: Giuseppe Caiati
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Facendo proprio il messaggio educativo di Goethe, “L’ufficio del buon educatore è di rimanere nascosto, di aiutare il discepolo senza che egli se ne avveda”.
Caiati intese il rapporto educativo come rapporto interpersonale e processo auto–educativo, “Un costruire dal di dentro al di fuori”, in cui la presenza del maestro doveva sollecitare l’impegno personale, giacché “siamo noi gli artefici di noi stessi e le grandi gioie non si conseguono che a prezzo di grandi fatiche” (Due fonti di energia morale, pp. 19, 23).
Esempio emblematico era la sua stessa vita, caratterizzata dalla volontà di auto–perfezionamento, e la sua “fame” di libri negli anni giovanili e la profonda cultura dell’uomo maturo sono la chiara testimonianza dell’impegno di un autodidatta che costruiva” da sè, pezzo per pezzo, tutto l’artificio dell’anima, attraverso il ripensamento di ciò che traeva dai suoi studi” (D. Caiati, Ricordo del padre, Radio Putignano 1974, p. 20).
Parole chiave: maestro, educazione morale, autoeducazione.