De nostri temporis studiorum ratione. Sul metodo degli studi de nostro tempo. Una lettura
Liceo Statale Francesco Cecioni, Livorno
In questa breve opera, Vico mette a confronto il metodo di studi dei moderni con quello degli antichi, proponendosi di codificarne un terzo che abbia i vantaggi di entrambi e sia privo dei loro inconvenienti.
Nel farlo polemizza con la filosofia cartesiana e con la moderna critica, attaccandone il preteso fondamento, il “primo vero” scevro di ogni immagine sensibile, al quale contrappone la ricchezza epistemologica del verosimile, rivendicando la centralità dell’eloquenza.
Le questioni di metodo chiamano in causa una riflessione sul senso e la finalità dell’istruzione: a separare Vico da Cartesio è una diversa concezione del sapere e degli obiettivi ai quali deve rivolgersi una politica educativa, ponendo al centro il mondo della vita sociale, nel quale non necessariamente il rigore della critica può risultare più efficace della forza immaginifica dell’eloquenza.
Gli uomini “fantastici” e poeti del Vico della “Scienza Nuova” fanno qui la loro prima comparsa.
Parole chiave: critica, eloquenza, retorica, vero, verosimile.