Storie di giovani maestri resilienti ad alta quota: scorci sull’esperienza pietralbina nel secondo dopoguerra

30 aprile lunedì                                                                          10.00|11.00

Evelina SCAGLIA

Università degli Studi di Bergamo

Giuseppe Catalfamo, Lino Monchieri, Mauro Laeng, Gaetano Santomauro, Piero Viotto furono alcuni dei giovani insegnanti che, nell’estate del 1948, decisero di partecipare al primo convegno per maestri sperimentatori di Pietralba, un’iniziativa formativa ideata da Marco Agosti e Vittorino Chizzolini, animatori della rivista magistrale cattolica «Scuola Italiana Moderna». L’analisi di alcuni stralci delle narrazioni, con cui rievocarono quell’esperienza a dodici anni di distanza, consente di entrare ‘in punta di piedi’ nelle storie di vita di giovani resilienti, che nella comunità fraterna di Pietralba scoprirono le radici della loro vocazione pedagogica e la gioia di impegnarsi nell’ascesa educativa quotidiana all’interno delle aule scolastiche, in cui furono impegnati a formare le nuove generazioni dell’Italia repubblicana. In particolare, risulta significativo richiamare come nei cinque giorni del convegno furono protagonisti di un processo di formalizzazione di una pedagogia della persona umana, in grado di ispirare una nuova idea di professionalità magistrale come magisterialità, per affrontare la sfida di rinnovare ‘dall’interno’ la scuola elementare come scuola del popolo. La guida offerta dai ‘maestri di maestri’ del Gruppo pedagogico di «Scuola Italiana Moderna» e il sostegno fraterno dei giovani, come loro convenuti da ogni parte d’Italia, trasformarono il consesso alpino in quella che oggi verrebbe definita una «comunità di pratica», animata da due generazioni di insegnanti che si stavano lasciando alle spalle le difficili esperienze personali vissute negli anni della dittatura e del secondo conflitto mondiale. Il modello formativo proposto era frutto di una revisione operata da Agosti e Chizzolini della concezione del maestro «artista» protagonista di una «scuola serena», promossa decenni addietro da Giuseppe Lombardo Radice, e ora riletta in chiave cattolica nella forma del magister chiamato a creare una «scuola della centralità dell’Amore», quale ideale pedagogico a cui ispirare la scuola democratica degli anni a venire.

 

Parole chiave: maestri, scuola, innovazione educativa, secondo dopoguerra, Italia