L’opera educativa di Giuseppe Marchese e l’irrisolta questione della transizione dal fascismo alla democrazia
già Università della Calabria
L‘intervento intende ricostruire la figura dell’insegnante Giuseppe Marchese (1892-1965) di Luzzi, in provincia di Cosenza. Lo studio del suo pensiero pedagogico e della sua attività culturale e didattica fa parte del progetto di ricerca finalizzato alla ricostruzione della storia della scuola calabrese, a partire dall’Unificazione, attraverso l’individuazione di figure di insegnanti e di educatori che si sono particolarmente distinti nella lotta contro l’analfabetismo e nella diffusione dei valori della civile convivenza.
Il progetto ha dei precedenti nella raccolta di profili di educatori calabresi, operata da Luigi Scialdoni circa un secolo fa, e nel poderoso Dizionario biografico dell’educazione, curato da Giorno Chiosso e Robero Sani recentemente, nel quale figurano una cinquantina di “professionisti (calabresi) dell’educazione e della scuola”.
L’intervento, oltre a ricostruire la figura del Marchese, intende porre l’attenzione sull’irrisolta questione della transizione dalla dittatura alla democrazia. Un’intera generazione di insegnanti, della quale il Marchese ha fatto parte, dopo aver operato per un ventennio nella scuola del fascismo, ha continuato a prestare la sua opera educativa e didattica nella scuola post-bellica, senza aver fatto fino in fondo i conti con il suo passato culturale.
È in fondo il limite dell’intera cultura italiana del secondo dopoguerra.
Parole chiave: Educazione, fascismo, Calabria, Novecento, insegnanti.