La relazione educativa in classe. Una riflessione personalista e fenomenologica sul rapporto tra maestro e allievi
Università della Calabria
La professionalità docente, ovvero l’insieme delle caratteristiche che fanno di uno studioso un buon insegnante, è uno dei nodi problematici che caratterizza la riflessione sulla qualità della scuola e dell’educazione. La storia della pedagogia ci insegna che, incarnando in pieno le responsabilità sociali del processo formativo, il maestro è colui che esercita un ruolo educativo fondato soprattutto su una stretta e significativa relazione interpersonale con l’allievo: un luogo di scambio, cooperazione, e collaborazione in cui si costruiscono le conoscenze, le rappresentazioni del mondo, i valori, le prospettive determinanti per il processo di formazione del discente.
Dalla Paideia classica all’attualismo, dall’Imitatio Cristi all’attivismo il vero maestro emerge sempre come colui che ha la capacità di costruire una relazione educativa pedagogicamente fondata, un rapporto in cui le dimensioni empatiche e motivazionali siano commisurate ai bisogni e alle caratteristiche del singolo allievo e, al tempo stesso, coerenti con gli obiettivi del sistema educativo.
La formazione scolastica, emblema di una società che si prende cura del suo soggetto, ha oggi bisogno di ritrovare prospettive che siano propriamente pedagogiche, che restituiscano valore autentico al suo operato ponendosi come strumento di crescita individuale e comunitario. Il maestro, attore principale di questa complessa dinamica, è chiamato a mediare continuamente tra le potenzialità, le attitudini, le esigenze e le fragilità dell’allievo e la sua inclusione in un contesto sociale e culturale dai contorni sempre più sfocati.
In un’epoca storica in cui l’educazione scolastica è assoggettata a forme di tecnicismo sempre più prescrittive che investono fortemente il profilo professionale del docente, dunque la relazione educativa, talvolta svilendola e mortificandola, la prospettiva personalista e fenomenologica, che è per sua natura lontana da leggi deterministiche e vocata alla ricerca del senso, può ricondurre la pratica educativa verso direzioni originarie che, pur storicamente rinnovate, possono far ritrovare ai docenti il significato più vero dell’atto educativo. Diventa dunque compito dell’insegnante guidare l’allievo verso percorsi di consapevolezza che lo portino a riconoscersi come persona, prepararlo a comprendere le emergenze e le opportunità del proprio contesto, insegnarli a leggere criticamente gli eventi e le situazioni, a riconoscere i pericoli a cui è soggetta la sua formazione, a compiere quei propedeutici passaggi progettuali che diano senso al suo essere nel mondo.
Parole chiave: Persona, relazione educativa, complessità, fenomenologia, formazione.