Storie di maestri nella Sicilia post-unitaria, tratte dall’Archivio di Stato di Catania (1861-1866)
Università degli Studi di Catania
Nei primi anni dall’estensione della Legge Casati, che sancisce la lotta all’analfabetismo quale principale condizione per la costruzione della Nazione, si palesano, nel Mezzogiorno d’Italia, le resistenze dei ceti dirigenti locali, intolleranti rispetto ad un potere centralizzato che sottrae e delegittima le tradizionali egemonie politico-baronali, di cui è espressione anche l’intenzione di perpetuare la consuetudinaria egemonia ecclesiastica in materia di istruzione.
Istanze che gravano su quei maestri le cui già precarie condizioni socio-economiche sono oltremodo inasprite da una incompatibilità politica con i poteri dominanti locali, spesso dichiarati “retrogradi e clericali”.
Con l’ausilio di fonti reperite presso l’Archivio di Stato di Catania, si esporranno alcuni tra i casi riscontrati presso i comuni etnei e si approfondirà la singolare vicenda vissuta dal maestro Giuseppe Battioni presso il comune di Calatabiano.
Parole chiave: Casati, istruzione, Unità, Catania, Battioni.